Con specchio o senza specchio? – reflex vs mirrorless: D750 vs A7R2 per la fotografia

La tecnologia corre, a che punto siamo?

La vecchia scuola vuole che le reflex siano il top per rapidità d’uso. Architettura necessaria, visto che sul piano di fuoco dell’immagine c’è una pellicola che, trall’altro, non va illuminata fino al momento del click. La messa a fuoco allora va fatta spostando il piano di fuoco da un’altra parte, o meglio ancora deviandolo.

La tecnologia digitale ci dice invece che non è necessario tenere l’elemento sensibile al buio. E le ultime innovazioni riescono a portare i sensori a rilevamento di fase, quelli normalmente usati sulle reflex, all’interno del sensore d’immagine.

La velocità dei codec video digitali inoltre consente di avere una replica dell’immagine catturata da un sensore su un monitor (oculare o display posteriore) con tempi di ritardo estremamente contenuti.

Sulla carta abbiamo quindi fotocamere senza specchio (mirrorless) per cui la teoria tecnica ci dice:

Pro:

  • nessun errore di posizione tra il sensore AF, ed il sensore d’immagine
  • possibilità di combinare negli algoritmi di AF sia le informazioni dei sensori di fase che di contrasto
  • visualizzazione in “tempo reale” dell’immagine così come verrebbe catturata allo scatto (sia per inquadratura che per esposizione)
  • possibilità di avere corpi macchina con tiraggio (distanza tra sensore e baionetta di attacco ottiche) estremamente ridotto

Contro:

  • necessità di un’enorme quantità di energia per tenere costantemente attivi sensore d’immagini e monitor durante le inquadrature
  • sensore d’immagine sempre acceso con rischi di surriscaldamento
  • sensori a rilevamento di fase necessariamente molto più piccoli di quelli installati sulle reflex, quindi molto meno sensibili
  • quantità di dati da elaborare in tempo reale enorme dovendo prelevare tutto dal sensore d’immagine anziché sensori dedicati

 

Sulla pratica però, come siamo messi? La mia curiosità da fotoamatore tecnofilo ha resistito anche troppo, alla fine ho ceduto e ho affiancato alla mia Nikon D750 una Sony A7R2.

Per me la reflex più votata al reportage (la D750 riesce a mettere a fuoco in condizioni incredibili e con estrema rapidità, oltre ad avere un sensore estremamente performante), e la mirrorless fullframe più evoluta (la A7R2 è l’unica ad avere un sensore backilluminated, una miriade di sensori di fase distribuiti su buona parte del fotogramma).

Ma riesce la A7R2 a tenere il passo di prontezza e velocità della D750?

[spoiler] NO! Ovvio. [/spoiler]

Però..

Sono quasi coetanee (la Nikon presentata a fine 2014, la Sony a metà 2015), e sono entrambe in procinto di essere sostituite con la nuova generazione (che come amano dire tutti “è la migliore di sempre”.. e verrebbe da rispondere “grazie al …”). Allora che si fa? si investe ancora sul vecchio sistema reflex, o si rischia il passo più lungo della gamba con la nuova tecnologia?

Vediamo un po per gradi. Io l’ho usata per un reportage ad un matrimonio, e queste sono le mie impressioni.

Premessa importante: ho rimarcato con [imho][/imho] (In My Humble Opinion)quando ho dato giudizi e deduzioni estremamente personali e poco dimostrabili, ma sono piuttosto confidente sull’attendibilità (ne va della mia autostima 😛 )

[disclaimer] Non sono un fanboy di nessuno. Non esiste la review perfetta per tutti i gusti, ma esiste di riportare le proprie esperienze per l’utilità di tutti. [/disclaimer]

Da Nikon a Sony senza cambiare corredo: com’è e come va il COMMLITE ENF E1

Cominciamo col vedere come si comporta la Sony con le ottiche nikkor del mio corredo. Esiste un adattatore (Commlite CM-ENF-E(1), o uno dei suoi cloni) che consente di usare le ottiche Nikon AF-S su attacco sony-E mantenendo l’autofocus, gestione dei diaframmi e stabilizzatore ottico.

Le ottiche principali a cui tengo particolarmente sono il nikkor 35mm f1.4 G, ed il nikkor 85mm f1.4 G. Su queste ci concentriamo in questo test.

Le altre sono AFD, o manuali, quindi in ogni caso non funziona il sistema di autofocus.

A prima vista il Commlite sembra ben costruito, ma l’apparenza inganna. Il filetto dell’attacco per il cavalletto è andato dopo un paio di usi.. non faccio largo uso di cavalletti, ma uso molto gli attacchi per i ganci da tracolla, ed è la prima volta che vedo perdere il filo così.. probabilmente è semplice alluminio ricavato dalla struttura generale.. pessima qualità.

Il peggior difetto in assoluto di questo adattatore (esattamente come per il concorrente Metabones per lenti Canon) è l’incredibile sprecisione dei calcoli dei tecnici cinesi: il tiraggio non è corretto!

Per la precisione (sia sul Commlite che sul Metabones) la distanza tra la baionetta E e la baionetta per le ottiche è troppo lunga. Il risultato è che le ottiche manuali (che hanno la battuta sulla posizione di infinito calibrata) non riescono a mettere a fuoco all’infinito. Sulle ottiche AF-s la battuta sull’infinito ha sempre un buon margine, e non è quindi un grosso problema nell’uso pratico, anche se la domanda lecita è: viene compromessa la resa dell’ottica in un uso scorretto degli spostamenti dei gruppi ottici? Da una verifica superficiale direi di no, ma non è di fuori che nell’uso prima o poi venga fuori qualche difficoltà. Diciamo che se si vuol in tutti modi trovare un aspetto positivo in questo modo le ottiche permettono di mettere a fuoco più vicino.. ma preferivo un adattatore fatto come si deve.

Altra nota negativa va sull’assemblaggio: il mio adattatore stava perdendo la baionetta dopo appena il primo giorno di lavoro.. le viti di fissaggio non hanno alcun sistema antisvitamento, e mi sono ritrovato con un corpo macchina completamente fuori uso dopo appena un giorno.

Una volta rientrato in sede ho scoperto il difetto di serraggio delle viti che ho provveduto a bloccarle con un banale frenafiletti, ma l’effetto immediato di mancato contatto trai segnali del corpo macchina e dell’adattatore mi ha fatto passare dei bruttissimi momenti durante la sessione del giorno successivo costringendomi all’uso di un solo corpo macchina: la buona vecchia, inarrestabile reflex.

L’elettronica non è un gran ché, ma fa il suo lavoro (e alla fine è la cosa più importante): il mio adattatore era già aggiornato all’ultimo firmware (V.04) ed è compatibile con buona parte del parco ottiche nikkor (sul sito del produttore la tabella completa). Se non lo fosse stato avrei dovuto seguire la procedura di aggiornamento attraverso la macchina come si fa per le ottiche sony con le procedure ed i software forniti da Commlite.. così ad occhio mi è andata meglio che non ci fossero aggiornamenti da fare 🙂

Una dritta: quando si cambia ottica lasciando l’adattatore connesso non sempre l’intesa è buona alla prima. In questi casi è bene resettare la ram dell’adattatore, operazione che può essere fatta allentando il commlite dalla baionetta della sony, o togliendo e reinserendo la batteria dal corpo macchina.

All’accensione l’adattatore fa un’escursione completa della messa a fuoco per registrarne i limiti fisici, ed è anche il segno che l’inizializzazione è andata a buon fine, in caso contrario.. vedi sopra.

 

Le prestazioni sono legate più a sony che all’uso dell’adattatore. Di fatto le prestazioni del Commlite con le mie ottiche nikkor, sono del tutto analoghe alle prestazioni dell’adattatore sigma MC-11 (che è un ottimo adattatore, consigliatissimo per chi vuol montare ottiche Canon).

Per il mio tipo di fotografia, volendo dal modulo AF il massimo delle prestazioni, rispetto allaD750 si avverte il gap [imho]che è da accollare alla diversa tecnologia[/imho]. Immaginate infatti di dover processare i dati del modulo AF di una reflex (sensore dedicato, che fa quello e stop) rispetto al modulo AF che mescola i suoi dati con quelli di 42 milioni di pixel d’immagine.. è una bella mole, e probabilmente i giapponesi di Sony non sono ancora riusciti ad ottimizzarlo.

Nell’uso vanno tenuti presente 2 fattori chiave:

  • i sensori di fase integrati sul sensore a 42Mpx sono molto.. molto piccoli, e non permettono prestazioni esagerate con poca luce. Così a sensazione potrei paragonarlo ad una via di mezzo tra la D800e e la Df (tra le macchine che ho potuto usare a fondo). Il ché non è male considerando che si tratta di un sistema (mirrorless) che è estremamente penalizzato da questo punto di vista, ma potrebbe pesare nella scelta nel momento in cui ci si pone di fronte alla scelta tra il vecchio sistema reflex  e il mirrorless. (il discorso si ripete in condizioni di scarso contrasto come in controluce.. la D750 è inarrestabile, mentre la A7RII fatica a trovare un dettaglio agganciabile)
  • [imho] i sensori di fase sono orientati soltanto in orizzontale. Abituati ad avere sensori a croce ormai su tutti i punti di messa a fuoco ci siamo scordati dell’utilità di questo accorgimento, ma se provate a mettere a fuoco un dettaglio perfettamente orizzontale (quindi allineato con il sensore di fase) non riuscirete ad agganciare il fuoco.. ruotate leggermente la macchina, o trovate un punto di dettaglio più variegato, e riuscirete ad agganciare.[/imho]

 

Nell’uso “classico” in AF-S è conveniente usare almeno l’area centrale in dimensione media (che include l’uso di 9 sensori in matrice 3×3). In questo modo avremo una buona quantità di sensori che lavorano in dettagli ben identificabili, e comunque la cooperazione dei 9 garantisce prestazioni migliori.

Ovvio che se è richiesta maggior precisione, tipo ritratti con diaframmi molto aperti, l’uso del solo sensore centrale è d’obbligo. Il centrale è preferibile perché se ci si sposta troppo verso il bordo si va a usare una parte poco performante delle ottiche, col risultato che le difficoltà di aggancio sono maggiori.

Ad ogni modo, con una buona luce ed il soggetto che non si muove troppo si riesce ad agganciare bene. Se il soggetto si muove è bene orientarsi su altri tipi di messa a fuoco (AF-C) pur tenendo in considerazione che comunque hanno logiche che non sono un gran ché.

In AF-C infatti, le possibilità di utilizzo non sono molte. Sulla D750 sono abituato a sfruttare l’inseguimento 3D, che aggancia il soggetto (solitamente al centro) e poi lo segue negli spostamenti lungo tutto il fotogramma. Sulla A7RII questa modalità è inibita (esiste una cosa simile con le ottiche native, ma ha comunque molte deficienze), possiamo quindi contare o sulla selezione automatica dell’area da inseguire (che 8 volte su 10 vuol dire agganciare cose che non interessano), oppure spostare a mano l’area di messa a fuoco da inseguire (che naturalmente non è possibile spostare durante l’inseguimento..).

La condizione migliore si ha quando il riconoscimento dei volti funziona.. ma non sempre siamo sufficientemente vicini al soggetto per far si ché sia riconoscibile dal software, e non sempre il volto nell’inquadratura è uno soltanto (e lì c’è da ridere a vedere chi il software sceglie per conto nostro..). Esiste anche una modalità di registrazione volti.. non ho ben capito come funziona, andrebbe letto il manuale 😡

Ingombri.. ci credete se vi dico che la Nikon è più piccola della Sony? Beh, quasi. Il fatto è che mettendo insieme D750 + Nikkor la lunghezza totale è qualche millimetro inferiore alla A7RII + Commlite + Nikkor. Questo per l’estremo avanzamento del sensore sul corpo della Sony che porta ad avere più ingombro sul posteriore. Niente di grave, solo che quando si prova ad infilare nella borsa la prima volta ci si rimane..

Naturalmente se montiamo ottiche native il discorso cambia notevolmente, e se uno cerca compattezza la trova senz’altro come col Zeiss 35mm 2.8.

Sony con Sony: com’è e come va il sistema Sony

Tolto l’adattatore e messa un’ottica con baionetta nativa sony-E la musica cambia. Nel bene e nel male.

Le possibilità di controllo della gestione del funzionamento dell’AF cambiano totalmente, e il sistema gestisce tutte le informazioni (sia dai sensori di fase che di contrasto) per trovare il più velocemente possibile il punto di messa a fuoco.

Ogni volta che si preme a metà il pulsante di scatto l’ottica compie un’escursione enorme in tempi fulminei, per poi andare a posizionarsi in quella che è (sperabilmente) la posizione di fuoco del soggetto.

Personalmente ho grosse difficoltà a trovare feeling con questo algoritmo di funzionamento, tanto da farmi desistere dal comprare ottiche con attacco nativo sony-E (oltre al microscopico 35mm Zeiss già preso).

Sulle reflex, e in verità anche sulla A7RII quando monta ottiche tramite adattatore e quindi usa i soli sensori di fase, l’algoritmo sposta la messa a fuoco di quel tanto che basta per correggere il tiro rispetto alla posizione precedente (salvo qualche piccola incertezza). Questo consente di tenere un soggetto a fuoco anche per piccoli spostamenti con l’attivazione ripetuta dell’AF in attesa che la scena si componga, o quel che si sta attendendo “accada”. Procedura banale, ma che con l’algoritmo usato da Sony+Sony è estremamente dannoso: ogni attivazione dell’AF porta a resettare completamente quanto fatto precedentemente, con il risultato che è possibile mettere a fuoco solo una volta e solo in prossimità dell’evento che si vuol comporre.

 

Tutto questo non basta, perché [imho]probabilmente tra sensori di fase e sensori di contrasto viene data priorità a questi secondi (se non addirittura esclusività)[/imho] col risultato che a volte l’algoritmo da’ conferma di messa a fuoco in posizioni completamente sballate (pensate che gioia scattare al volo il lancio dello sposo e trovare tutto completamente sfuocato.. grrr)

L’unica via di scampo è stravolgere la mappatura dei pulsanti (tutti personalizzabili), disattivando l’AF alla pressione del pulsante di scatto ed assegnandolo ad un altro pulsante. In questo modo è possibile usare la messa a fuoco continua per tenere il soggetto a fuoco (mantenendo la pressione del pulsante personalizzato), per poi lasciarlo al momento voluto e premere quindi il pulsante di scatto. Questa tecnica di uso della messa a fuoco (fortemente spinta da un po’ tutti i maggiori produttori di fotocamere per avere maggiori prestazioni nelle foto sportive), non mi trova molto favorevole per una serie di motivi, primo tra tutti la perdita parziale dello scatto con priorità di messa a fuoco (ovvero la possibilità di premere a fondo il pulsante di scatto e far si’ che la fotocamera esegua lo scatto non appena il soggetto è agganciato, ovvero nel minor tempo possibile): si può mantenere ma richiede un bell’esercizio di acrobazia con le dita..

In AF-C si guadagna uno pseudo aggancio del soggetto (una brutta copia del 3D nikon): alla pressione a metà del pulsante di scatto la fotocamera individua il soggetto puntato dal riquadro centrale, ne deduce la conformazione (secondo la sua fantasia) e lo tiene agganciato (nel punto che più gli fa comodo della sagoma che secondo lui è il soggetto che vorremmo noi). Ecco, io non mi ci trovo.. avrò una mente contorta io, ma non riusciamo mai a capirci su quale sia la sagoma che mi interessa, e quale sia il punto da tenere a fuoco (quando la sagoma ha profondità diverse).

Il discorso si ribalterebbe se si stesse parlando di ripresa video, perché con le ottiche native sony-E si hanno tante funzioni di inseguimento che con le ottiche adattate non si hanno. Ma non è l’argomento di oggi.

La cosa che lascia di stucco è che: ok che con ottiche native si abbia un uso più ricco dei sensori di fase e contrasto, ma perché “limitare” a questa scelta e non consentire l’uso dei soli sensori di fase? Boh!

EVF, velocità di reazione e praticità della A7RII

Primo impatto con la mirrorless di punta di casa Sony: ruoti l’interruttore su ON… 1…. 2…. 3… pronta, puoi scattare.

Ruoti l’interruttore sulla D750, puoi scattare.

La differenza pratica: enorme. Soprattutto se si tiene conto che per far durare ragionevolmente le batterie alla mirrorless andrebbe tenuta più possibile spenta quando non serve. Ma se serve senza preavviso.. 1…. 2…. 3…. evento perso..

Forse è un aspetto che Sony non ritiene importante, forse dovrei essere più scaltro io a prevedere quando stanno per accadere eventi significativi da riprendere, ma tutta questa complicazione all’avvio mi pare un grande spreco.

Già il lag del monitor/EVF rispetto alla scena reale richiede una buona dose di intuito (o in assenza di questo.. tanta raffica, ma ce ne vorrebbe tanta tanta..). Se si vuol cogliere l’attimo ci si sente sempre in estremo ritardo. Se poi si deve svegliare un bisonte per sperare di poter vedere illuminare il display ..è difficile, non impossibile, ma difficile.

Anche il passaggio dal monitor all’EVF non è immediato, e anche questo porta a ritardi: accendi la macchina aspetti, la tiri sù (che ha il display attivo), avvicini l’occhio, …e unn…. EVF acceso… c’è quella mezza battuta che frega. La cosa incomprensibile è che questo ritardo sarebbe perfettamente risolvibile con una gestione più “reflex” di display e mirino: display dedicato ai parametri e la riproduzione, mirino dedicato al liveview.

Già, perché se navighi nel menù e vuoi riprendere una scena velocemente, quando accosti l’occhio al mirino non vedi la scena.. ma.. il menù!!!! Ma che ci fa il menù nel mirono?!?

Se si parla di lentezza non va trascurato il menù di riproduzione. Già, intanto la cosa terribile: se la macchina sta scrivendo le foto di una sequenza appena scattata, non puoi premere il pulsante play.. o meglio lo puoi liberamente premere ma una schermata nera ti avverte che non puoi usarlo.

Lo scorrere delle foto è molto rapido (probabilmente grazie ad un complessissimo meccanismo di anteprime salvate in cartelle separate… una cosa veramente assurda), ma se vuoi ingrandire premi la lentina…. 1…. 2…. 3…. 4…. 5…. BAM! Zoom al 100% (e ha ben 42Mpx!).

E allora via indietro a ridurre l’ingrandimento..

Attacco E, questione di tiraggio

La baionetta E del sistema Sony è l’attacco per sensori 35mm con più corto tiraggio. Questo misterioso parametro che sa tanto di camino, non è altro che la distanza imposta (da progetto) tra la baionetta e il sensore su cui si forma il piano di messa a fuoco. Misura che va rispettata nell’accoppiamento di ogni ottica con la sua fotocamenra, ed ogni marchio ha il suo tiraggio specifico. Bene, questa è la chiave di una meraviglia per qualsiasi fotoamatore: con i suoi soli 18mm consente di poter montare qualsiasi ottica con un semplice adattatore meccanico.

E la mente di ogni buon fotoamatore che si rispetti non può non andare alla preziosa collezione di ottiche con attacco leica-M! Già: con una dozzia di euro investiti in un adattatore si ha accesso a questo fantastico mondo fatto di qualità ed alta definizione.

24Mpx vs 42Mpx: scontro ai vertici

Il 42Mpx sony è il primo BSI in formato 35mm pieno. Niente filtro antialiasing. Due caratteristiche che mirano a grandi prestazioni in alti iso e dettaglio, cose che difficilmente vanno bene insieme.

Intanto la colorimetria: il Nikon è sensibilmente più “verde” e “freddo”.

Questi i parametri di sviluppo necessari per far “coincidere” gli scatti nonostante siano stati scattati con la stessa ottica (35mm nikkor f1.4 G) e stessi parametri di scatto (..non ho strumenti per farlo, ma “a occhio” così ci siamo).

Qui tutta la scala di sensibilità (escluso i virtuali 50 iso che ritengo del tutto futili) con tutti gli slider di LR a lcentro escluse le modifiche di cui sopra, ed i file della A7RII ridotti alle stesse dimensioni (per entrambi un crop su una zona che può essere interessante).

Il comportamento del sensore IBS sembra dare i sui frutti. Se ad altissimi iso la differenza c’è (soprattutto cromatica) è a favore del Sony. In più sul 42Mpx si potrebbe approfittare del ricampionamento per dare un po’ di filtro antinoise e guadagnare tanto in pulizia.

Banale dire che di dettaglio cen’è più sui 42Mpx che sui 24Mpx.

Stabilizzatore

Ne ho sempre parlato male. I primi modelli addirittura lavorando scaldavano il sensore e deterioravano la qualità dell’immagine.

Non ho niente per dimostrare niente, ma sta di fatto che con i 24Mpx della D750 non riesco a scattare a tempi più lenti di 1/160 senza micromosso.. con la A7RII vado tranquillamente a 1/125 con l’85mm senza micromossi sui 42Mpx! Tanto di cappello!

File RAW: NEF vs ARW

Nikon ha i raw con compressione senza perdita. Gran cosa, consente un risparmio effettivo notevole senza perdere niente. Sony ha soltanto la compressione con perdita in alternativa al raw non compresso (una bestia che può stare tragli 80 ed i 90 MB a fotogramma..). Ho fatto qualche dettaglio per andare a trovare le differenze tra un file compresso ed uno non.. onestamente non riesco a vedere differenze né di dettaglio né di sfumatura.

Per il poco di postproduzione che faccio (sviluppo su LR), non ho trovato differenze di lavorabilità rispetto ai file nikon oltre alla differenza di colorimetria vista poco sopra. Forse una tendenza del 42Mpx BSI a restituire raw meno contrastati (e quindi meglio lavorabili), ma si parla di virgole.

Precisione AF

Questo argomento è caro alle mirrorless: nessun aggeggio meccanico si frappone tra sensore e sensore AF, che infatti coincidono. Motivo per cui non esistono tolleranze meccaniche che possono portare ad un errore di valutazione del punto di messa a fuoco.

Cosa che invece avviene inevitabilmente sulle reflex: basta un micrometro di tolleranza per spostare il piano di fuoco di un offset costante. Basta che i dispositivi di ammortizzamento dei meccanismi dello specchio non torni esattamente uguale ad ogni scatto per immettere un errore casuale.

Mentre il primo fattore (l’offset costante) è correggibile tramite le tarature AF (ormai tutte le reflex lo consentono), per il secondo l’unica “cura” è un costo maggiore dei materiali, della produzione ..e dell’oggetto finito.

Nel caso della D750 un’accurata taratura di ogni ottica ha portato ad un’ottima compensazione degli offset, e finché il corpo macchina si mantiene giovane la dispersione da uno scatto all’altro è molto molto limitato.

La A7RII ha dalla sua la facilità del sistema pronto all’uso “appena fuori dalla scatola” (come recitava anni fa uno slogan di quello che oggi è forse uno dei maggiori marchi di dispositivi fotografici 🙂 ).

Esposizione e zebre

Quello che vedi è quello che viene fotografato. Se per le reflex è una mezza verità, per le mirrorless è la verità.

Inutile stare a dare troppe spiegazioni, è come fare foto col cellulare: metti a fuoco, regoli l’esposizione, e quello che catturi è esattamente quello che vedi prima dello scatto.

A qualcuno da addirittura fastidio, io lo trovo solo vantaggioso: poter regolare in modo migliore l’esposizione in condizioni di forte contrasto, e avere una scena ben illuminata quando la luce cala.

Una cosa molto utile è la funzione “zebra”: se attiva il display (o EVF) segnala con una zebratura bianco-nera le zone a rischio bruciatura.. Innegabile che sia utile a tutti gli stili di fotografia per portare a casa il miglior raw possibile.

Caro signor-ingegnere-giapponese-sony…

Se potessi scrivere al signor-ingegnere-giapponese-sony avrei, una lista di cose minime, risolvibili con un aggiornamento firmware, “MA PERCHE’??”:

  • Il sensore rimane sempre esposto con l’otturatore aperto.. sporcizia vieni a me! Perché non chiudere l’otturatore a macchina spenta? [edit] Capito il perché: tenere le tendine dell’otturatore costantemente esposte mette a serio rischio la loro integrità, tenere il sensore esposto lo espone ad un po’ di sporcizia.. meglio la seconda. [/edit]
  • Menù compilato a caso. Serve una mano per mettere ordine?
  • Una volta “congelata” l’esposizione (con il pulsante di scatto o l’AEL) la ghiera per la sovra/sottoesposizione, o quelle di regolazione di tempi e diaframmi (in qualsiasi programma d’uso) non ha alcun effetto.. eppure è proprio in quel momento che farebbe comodo fare le piccole correzioni di fino, soprattutto perché se si rilascia il blocco dell’esposizione, poi quando la si riblocca non c’è certezza che venga calcolata con gli stessi parametri.
  • Con ottiche native ad attacco sony E, non c’è possibilità di selezionare se far lavorare i soli sensori di fase o i soli sensori di contrasto.
  • I pulsanti personalizzabili sono una “ganzata”, ma l’impressione è che venga data un’enorme flessibilità perché chi ha progettato il sistema non abbia la minima idea di quali potrebbero essere le funzioni utili ad un fotografo. Il risultato è che alla fine tutta questa flessibilità viene annullata dall’obbligo di avere alcune cose a portata di mano che sono funzioni basilari per qualsiasi fotografo, e l’incanto finisce.
  • In modalità di riproduzione delle immagini al primo tocco della lente di ingrandimento si va direttamente al 100%.. che su 42Mpx sono quasi sempre troppi, e tocca tornare “indietro” con calma e pazienza. Perché non modificare questa modalità?
  • La gestione dei due display (display posteriore ed EVF) è estremamente macchinosa. Sulle reflex digitali è naturale guardare nel mirino per inquadrare, e guardare il display posteriore per navigare nel menù o rivedere le foto.. Perché non gestire così anche l’EVF? Quantomeno in opzione: quando metto l’occhio nel display si attiva il LV, scatto ed ho la foto disponibile sul display posteriore (se stacco l’occhio) mentre se mantengo l’occhio sul mirino continuo a vedere la scena in LV, se dal display posteriore navigo nel menù e d’improvviso metto l’occhio sull’EVF parte il LV.. più difficile a dirsi che a farsi, ma sarebbe solo naturale.
  • Raffica di 10..20..30 scatti? Alla grande, il buffer regge piuttosto bene l’enorme mole di dati. Ma finché non ha finito la scrittura sulla scheda non si può vedere cosa si è scattato.. questo vuol dire dover aspettare anche un minuto!!
  • Risveglio mooooolto mooooolto leeeeento..

Per contro, o meglio per “pro”:

  • il corpo macchina così compatto è fantastico (anche esteticamente, se me lo lasciate dire)
  • scattare con il mirino elettronico è utilissimo (salvo fare un po’ di pratica nel “prevedere” la scena per sopperire a tutta la catena dei ritardi)
  • il sensore stabilizzato non credevo.. ma funziona davvero
  • le ottiche della serie G-Master che sta sfornando Sony-Zeiss sembra siano una cannonata (e ci si potrà fare un pensiero quando/se cambieranno gli algoritmi dell’AF…)
  • esistono adattatori che fanno funzionare l’AF per ottiche Canon, esistono adattatori che fanno funzionare l’AF per ottiche Nikkor (ed è la prima volta che accade), ci sono adattatori per ottiche Leica-M (stendiamo un velo pietoso sugli adattatori che aggiungono l’AF alle ottiche Leica-M… capisco che sia una comodità, ma semplicemente è una cosa che non si fa 🙂 ), ci sono adattatori per ottighe Contax-G… che volete di più?

Se si vuol tirare le somme la conclusione sembra andare verso un’affermazione che qualcuno già aveva azzardato (ma parlando di ottiche): Sony non ha la minima idea di come fare una fotocamera.

Ha messo insieme una tecnologia fantastica, flessibile, e il sensore più avanzato. Ma non riesce a gestirlo a dovere, o meglio.. con poco sforzo in più potrebbe fare il cvlo ai marchi storici della fotografia (Nikon, Canon, Fuji, Olimpus..). Date questo hardware a Nikon o Canon o Fuji, e vi tirerà fuori un sistema fantastico. Se mi passate il paragone, è un po’ come un PC con Windows nei confronti di un sistema MAC: economico e potentissimo, ma sperpera la metà delle risorse per cose inutili come aggiornamenti, antivirus, e riavvii.

Con tutto questo va detto che alla fine del matrimonio avevo scattato quasi esclusivamente con la sony e pochissimo con nikon.. quindi tutto è sopperibile con piccoli accorgimenti.

Personalmente aspetto fiducioso, cercando di ovviare alle varie “bischerate” di gestione con piccoli stratagemmi che mi consentano di sfruttare questo potenziale al meglio. Aspetto la prossima generazione, che, spero potrà dirci definitivamente se Sony ha capito come fare fotocamere o meno. Sony ha già pronto un nuovissimo 24Mpx BSI, che potrebbe essere una soluzione fantastica per garantire prestazioni migliori in termini di velocità, sperando che qualcuno rimetta in discussione gli algoritmi dell’AF.

Vedremo. Se in questi mesi di lavoro con i 42Mpx avrò altro da aggiungere non avrò remore a farlo e a mettermi in discussione. A presto!

One thought on “Con specchio o senza specchio? – reflex vs mirrorless: D750 vs A7R2 per la fotografia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.